L'INCREDIBILE VITA DI VERONICA. Elogio delle differenze.
di Lucio Miotto
Il libro è un lucido resoconto di una fase particolare della vita di un uomo, modificata per sempre dalla malattia e scorre come un diario attraverso il racconto di una tenera storia d'amore, intrecciando il desiderio del ritorno ad una quotidianità normale, alla necessità di mantenere una progettualità di vita, al diritto ai sentimenti e alla sessualità, alla capacità di trovare nuove risorse anche attraverso la passione per l'arte.
Nel dipanarsi della storia, l'autore affronta tematiche quanto mai attuali e difficili come la scelta delle cure, il dilemma del fine vita, la difficile condivisione delle scelte per le coppie non sposate, le problematiche sociali ai tempi della crisi e i limiti delle leggi che non facilitano le necessità individuali e creano disparità anche in relazione al luogo di residenza.
Scritto in uno stile semplice e diretto, mai scontato, tratta con delicatezza la realtà difficile e ancora non pienamente compresa della disabilità in un paese pur civile come il nostro. Il pregio del finale è che non impone giudizi personali ma lascia piena libertà all’opinione e alla coscienza del lettore.
Recensione di M.Rosaria Stabile Parabole Fiorite Storia di un libro Sono vent’anni che Silvia, la mia amata sorella, è morta ma per me è come se fosse morta ieri Non riesco a pensare a lei senza riprovare ogni volta un senso di smarrimento, un vuoto incolmabile e mi rendo conto che con lei se n’è andata davvero una parte di me. La sorte aveva colmato di doni Silvia, le aveva dato bellezza, intelligenza, spirito artistico a cui si aggiunsero un marito che l’adorava e un figlio per cui lei stravedeva. Ma ad un tratto quella stessa sorte che era stata così benigna le ha voltato le spalle e ha voluto farle pagare il prezzo di ciò che le aveva elargito così copiosamente, un prezzo che lei ha pagato fino in fondo con lunghi anni di sofferenza sopportati con coraggio e grande dignità fino al giorno della sua morte. Di lei però è rimasto qualcosa, come fosse un testamento spirituale: una deliziosa raccolta delle sue composizioni floreali dove fiori e foglie vengono accostati creando paesaggi fatati di un mondo incantato. Ho ancora davanti agli occhi la sua immagine di quando raccoglieva con cura nei prati e dagli alberi tutto ciò che poteva esserle utile per le sue composizioni oppure di quando, seduta al suo angolo di lavoro, davanti a una tavolozza di petali multicolori armata di colla e cartoncini, era intenta a dar vita alle sue opere in cui esprimeva la sua gioia di vivere e cercava di allontanare il pensiero della morte che ormai sentiva vicina. E’ stato in questo momento della sua vita che ha avuto l’opportunità di avere accanto un nostro comune compagno di studio di grafologia, Franco Scaldaferro, il quale nella sua veste di scrittore ha saputo cogliere con grande sensibilità il fascino che quei quadri fioriti trasmettevano e li ha tradotti in favole cercando, come lui stesso dice, “di tradurre in prosa le poesie, le emozioni ,le allusioni fiorite di Silvia”. Da questo incontro è nato un bel libro in cui immagini e parole si richiamano creando un sogno dove ciascuno può rifugiarsi quando la vita è troppo dura da sopportare. E concludo citando le parole di commento in cui Patrizia Zane dice “nel bel libro le favole e le composizioni si completano e danno vita ad un’unica e grande storia dalla lettura della quale emergiamo con la certezza che i multicolori fiori della fantasia possono veramente sbocciare in ogni tempo dell’anno, in ogni terreno, anche in ognuno di noi, perché i sogni non conoscono inverni, né hanno bisogno di radici.”
composizioni di Silvia Conte Balestra; favole di Franco Scaldaferro; Parabole Fiorite. Editore
Edizioni Valentini Recensione della Prof. Gabriella Conte
Un medico, un malato, un uomo, come la malattia che mi uccide mi ha insegnato a vivere “… un corpo nudo,
spogliato della sua esuberanza, mortificato nella sua esteriorità fa brillare
maggiormente l’anima, ovvero il luogo in cui sono presenti le chiavi che possono
aprire, in qualunque momento, la via per completare nel modo migliore il proprio
percorso di vita…” Questa frase è tratta da un
libro a me molto caro, che racconta l’esperienza di un medico, giovane e
affermato, che si ritrova a dover fare i conti con una malattia che non lascia
scampo: la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica).
La morte? Intanto pensiamo
a vivere!”
Melazzini Mario; Piazza Marco; Un medico, un malato, un uomo, come la
malattia che mi uccide mi ha insegnato a vivere. Editore
LINDAU (2007)
Questo uomo è il Dott. Mario Melazzini, il Presidente Nazionale dell’AISLA
(Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), noto a tanti per gli
interventi in TV sul tema della dignità della persona malata e del fine vita.
Il libro è scritto a 4 mani (dottor M. Melazzini, M. Piazza): da una parte i
pensieri dell’uomo con questa nuova “compagna”, dall’altra il racconto di chi
l’ha conosciuto dopo la scelta di combattere e non lasciarsi andare.
Perché leggerlo?
I motivi possono essere molti e diversi, capire più da vicino cosa significa
vivere con la SLA, leggere un racconto di vita, … per me uno su tutti:
comprendere che c’è possibilità di vivere intensamente nonostante tutto.
Concludo con la risposta del Dott. Melazzini alla domanda “Che cosa Le ha tolto
la SLA?”
“La sclerosi, a parte
la motricità, non mi ha tolto nulla, anzi mi ha dato tantissimo. Ho pensato al
suicidio assistito, ma poi mi sono detto: ùe Mela, a chi ti ama vuoi lasciare un
gesto di egoismo? Così ho incominciato ad aiutare i 4.500 italiani affetti dalla
sclerosi!
Recensione di Gioia Marcassa