E' arrivato maggio, maggio del 2012,
nella dispettosa memoria del 1982,
un maggio di attesa dell'iscrizione alla scuola guida,
una ragazza bionda che andavi a trovare la sera,
il Bar Roma, la compagnia, il tuo Laverda blu,
il passato che giā pesava,
ma un futuro che non era ancora scritto, almeno credevo,
pensavo non fosse ancora scritto.
Strane sensazioni, perdite di sensibilitā, paresi facciale, e il medico che dice:
"reumatismi", "problemi psicologici", "fantasie".
Ricordo i giorni, ricordo le ore, il primo ricovero,
il reparto pieno ogni giorno dei miei amici,
mai solo, ma giā lontano da loro.
Il secondo ricovero, il terzo, il quarto, sei mesi d'ospedale nell'83,
la patente che era giā un ricordo e le mani che non mi permettevano di scrivere,
nč di allacciarmi camice e lacci, e mia nonna che lo faceva per me.
Gonfio di cortisone, dentro "un nuovo mondo" che pensavo transitorio,
poi la diagnosi, gli immunosopressori, i problemi agli occhi, la stanchezza,
la stanchezza che pių non mi avrebbe abbandonato,
sempre presente come unica compagna fedele delle mie giornate.
Prima un bastone, poi il secondo, poi la sedia,
sempre la distanza, tra il tuo di mondo e l'altro di mondo,
il mondo che cammina sempre pių veloce del tuo
e quando finge di aspettarti non ti aspetta nč ti cerca oltre.
Sono 30 anni,
30 anni di sclerosi multipla e mi pesano come non mai,
per quello che mi hanno tolto e che non mi ritornerā,
perchč quando ti accorgi che il tempo č passato,
il tempo č giā passato.
Roberto