Da quando mi sono ammalata ho cercato di non pensare alla mia malattia e di
buttarla dentro ad un cestino.
La malattia è difficile da accettare. Io camminavo con una stampella ed ero
costretta a non stare molto in piedi. Adesso che sono su una carrozzina è ancora
peggio. Le persone che stanno intorno a me all’inizio sono gentili, ma io mi
accorgo che lo fanno per farmi un piacere e non perché lo sentono veramente.
Trovo che addirittura mi evitino. Così mi sento un peso morto.
Da quando ho conosciuto il mio compagno mi sembra di essere rinata. È
ammalato anche lui, ma mi aiuta il più possibile.
Io vorrei ricominciare a camminare anche con il deambulatore, vorrei tornare
come prima. Ma se questo non fosse possibile vorrei essere accettata per come
sono. Io non sono solo una persona che non cammina, io sono una persona
estroversa, gioiosa, dolce e serena e molto luminosa ma sono anche fragile e
tanto sensibile.
L’anno scorso ero in gita al lago con il mio compagno e abbiamo fatto una foto. Io gli ho detto che volevo alzarmi in piedi e lui mi ha risposto: “Io ti ho conosciuta in carrozzina e facciamo la foto così”. Questo mi ha tirato su il morale. Ma lui è l’unico che mi è stato vicino e mi ha portato in giro per il mio paese.
La malattia mi ha permesso di vedere meglio dentro le persone, d’altra parte però vorrei che anche le altre persone guardassero dentro di me… nonostante la malattia.
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