Storia della strega bambina

In un mondo non molto diverso da quello che tutti conosciamo, viveva tanto tempo fa una bambina che stava per compiere nove anni. Per le streghe, compiere nove anni è un evento importante perché è l’età in cui le candidate streghe (che possono essere figlie a loro volta di altre streghe oppure essere un prodigio della natura) devono presentarsi al Gran Consiglio delle Streghe, dove viene conferito il titolo ufficiale, per poi intraprendere gli studi specializzati di stregologia.

Le ragazzine figlie di streghe dovevano portare anche il cappello magico, ereditato dalla madre. Sfortunatamente, la bimba protagonista di questa storia era rimasta orfana di madre in giovanissima età, senza sapere dove fosse finito il cappello che le spettava. L’unica cosa di cui era sicura, però, era il fatto di sapere d’essere una strega, quindi, raccolse tutto il suo coraggio e si presentò comunque al cospetto dell’austero consiglio.

Una volta davanti al gruppo di vecchie e autoritarie streghe, espose la sua situazione e, sebbene loro avessero tante altre candidate da valutare, decisero di concederle una possibilità: entro tre mesi avrebbe dovuto trovare in qualsiasi modo il cappello magico appartenuto alla madre, con cui poi poter affrontare una prova che se avesse superato, le avrebbe permesso di accedere agli studi ufficiali.

Una volta rincasata, decise di uscire per andare a fare una passeggiata nel bosco, per potersi schiarire le idee e pensare un programma sul da farsi. Continuando a camminare, s’imbattè in un serpente che non pareva essere pericoloso. Anzi, mentre riposava steso al sole, gli si sedette vicino e cominciò a parlargli. Il serpente si rivelò mansueto come le era sembrato, quindi cominciò confidarsi e a sfogarsi con lui, raccontandogli tutte le sue sventure e lamentandosi per quanto fosse sfortunata.

Grata per l’ascolto, la bimba accarezzò il rettile, che immediatamente si trasformò in un ragazzo. Spiegò di essere stato vittima di un crudele incantesimo, che si sarebbe sciolto solo a seguito di un gesto d’affetto. Per ringraziarla d’averlo liberato, il ragazzo promise di aiutare la bambina a ritrovare il cappello e di starle accanto in ogni difficoltà.

I due cominciarono a cercare ovunque il cappello e, ad un certo punto, furono attirati in una grotta da una voce suadente. Una volta entrati, trovarono inaspettatamente un fantasma, che sebbene in un primo momento li fece spaventare a morte, spiegò loro che lui era in possesso del cappello della madre della bambina, ma che avrebbe potuto restituirglielo solo se lei avesse rianimato la sua vecchia scopa magica, che ormai non volava più.

La ragazzina si fece prendere dallo sconforto perché non aveva la più pallida idea di come fare, ma il suo nuovo amico pensò bene che le scope erano originariamente fatte per spazzare i pavimenti. Suggerì, quindi, di pulire tutti i pavimenti più frequentati dalle streghe.

Quest’idea si rivelò geniale, perché dopo settimane e settimane di pulizie, la scopa riprese vita!!
Presto volò dal fantasma della grotta, mentre la bambina e il ragazzo le correvano dietro. Appena giunti alla grotta, il fantasma mantenne la promessa, restituendo il magico cappello alla bambina, che subito lo portò al Gran Concilio delle streghe che le permisero di accedere agli studi di stregoneria, da lei tanto desiderati.

Anonimo