Lo strano paese dell'est e dell'ovest

C’era una volta un paesino di montagna attraversato da un torrente. Sebbene quest’ultimo non avesse un letto molto ampio, era tanto importante da aver condizionato la costruzione delle abitazioni e dei quartieri: tutte le case erano a debita distanza dalle sponde e i quartieri si dividevano in quelli dell’est e quelli dell’ovest.

Per disposizione di un bizzarro governatore, i bambini al di sopra degli otto anni dovevano abitare nei quartieri dell’ovest, lontani dai genitori così da non crescere viziati e capricciosi.

I due quartieri erano collegati da un vecchio ponte di legno, ormai pericolante.

Nel quartiere dell’est vivevano tre bambini, nipoti di un grande mago che aveva lasciato loro in eredità un piccola bacchetta magica che però poteva essere usata solo tre volte nella vita in caso di estrema urgenza.

Dopo un incendio e una frana, rimaneva loro solo un’altra possibilità di usarla.

Purtroppo, un giorno i bambini vennero a sapere che la loro mamma era malata: niente di grave ma una febbre alta la costringeva a letto da alcune settimane.

Per fortuna, un bravo medico le aveva dato delle ottime essenze curative che la stavano facendo stare meglio, abbassandole la febbre. Nonostante ciò, continuava a sentirsi molto debole.

I bambini erano convinti dell’importanza di far visita alla loro mamma per riuscire a farla tornare in piena forma.

Per fare tutto questo era indispensabile attraversare il ponte pericolante che tutti esortavano a non attraversare, eccezion fatta per un uomo ambiguo che dall’altra estremità del ponte li invitava insistentemente a dirigersi verso di lui. Quest’individuo aveva, però, un’espressione piuttosto strana ed era evidente che non fosse animato da buone intenzioni.

I bambini pensarono bene che fosse importante trovare un’altra soluzione per attraversare il fiume.

Fortunatamente era inverno e venne un’abbondante nevicata che si rivelò provvidenziale, facendo ghiacciare tutto il torrente e la struttura del ponte.

Grazie alla neve e al ghiaccio tutto divenne più semplice: i bambini trovarono dei pattini e attraversarono il fiume, evitando così tutti gli ostacoli.

Una volta approdati all’altra sponda, però, incontrarono un brutto mostro che li terrorizzò con la sua espressione orripilante e le sue urla.

Uno dei tre bambini si ricordò dell’ultima possibilità che gli rimaneva di usare la bacchetta magica: pensò che in fondo non fosse giusto uccidere il mostro solo perché era brutto e decise di rendere invisibili sé stesso e i fratelli per poter magicamente scappare.

Il torrente, intanto, rimaneva ghiacciato e questo tornò utile ai bambini ancora una volta. Per arrivare nella zona più bassa del quartiere est, dove abitava la loro mamma, cominciarono a scivolarci sopra, giungendo velocemente ad uno stagno che non s’era ghiacciato. L’impatto con l’acqua li fece tornare immediatamente visibili.

Nello stesso stagno abitava una famigliola di ranocchi che, ascoltando i discorsi dei bambini, decise di aiutarli, facendoli salire in piccole zattere, costruite con le foglie più grandi di ninfee.

Queste barchette permisero loro di raggiungere l’altra sponda dello stagno, da cui era più semplice raggiungere la mamma, regalandole così la piena guarigione.

Anonimo